IDEA PROGETTO per la riqualificazione ambientale delle acque e del sistema idrografico

Per favorire la riqualificazione dei corsi d’acqua e dei fondovalle è opportuno considerare che i nuovi orientamenti tecnici e normativi in materia di gestione delle acque indicano alcuni criteri generali di cui tenere conto:
a) la cessazione o la riduzione dei dragaggi lungo gli alvei, puntando a favorire i naturali processi di erosione e deposizione (tenendone conto dal punto di vista della morfologia dell’alveo di “bankful”, del “corridoio fluviale” e della piana alluvionale correlata);
b) un controllo attento della vegetazione acquatica, che tenga conto della sua capacità depurante e della funzione che svolge come habitat per la fauna;
c) la conservazione delle fasce vegetali riparie, in quanto non ritenute un reale ostacolo al deflusso delle acque, ma una concreta protezione all’erosione delle rive;
d) il mantenimento di un alveo diversificato con sedimenti di fondo composti da argille, limi, sabbie, ghiaie e ciottoli;
e) il mantenimento di un andamento sinuoso e di una profondità delle acque diversificata che possa variare lungo l’asta.
In linea generale, si può dire che per incrementare l’interesse e le potenzialità naturalistiche dei piccoli corsi d’acqua è necessario applicare tutti quei criteri che contribuiscono ad aumentare la ricchezza di specie vegetali e di fauna acquatica e ripariale e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque stesse. Questo incremento della ricchezza floristica e faunistica è strettamente legato alla diversità di habitat presenti: maggiore sarà questa diversificazione, più numerose saranno le specie che potranno colonizzare e utilizzare l’ambiente acquatico. Questo obiettivo generale avrà fondamentalmente due effetti: da un lato, porterà alla creazione di ecosistemi a maggiore naturalità e, dall’altra, permetterà la costituzione di una serie di collegamenti ecologici per la fauna e la flora che utilizzeranno queste vie d’acqua e la vegetazione ripariale associata come corridoio ecologico.
I tre principali bacini presenti all’interno dell’area di interesse, presentano caratteristiche diverse:- il bacino della Polledrara non ha subito particolari impatti ambientali (scarichi o discariche), inoltre presenta una naturale ricchezza d’acqua per la presenza di numerose sorgenti;
- il Fosso del Marmo Nuovo è alimentato da una portata consistente di scarichi fognari non trattati e ha subito una rettificazione con impatti rilevanti sullo stato morfologico ed ecologico. La sua piana alluvionale, però, si è mantenuta sufficientemente integra ed è attualmente adibita a prato pascolo; l’alimentazione naturale è venuta meno, sia per le alterazioni storiche del rapporto con le falde, sia per l’impermeabilizzazione diffusa del bacino, causata dall’edificazione;
- Il Fosso delle Campanelle è alimentato sia da scarichi non trattati che da effluenti di depuratori; gran parte della piana alluvionale è occupata da orti urbani abusivi, che in molti tratti si spingono fino all’alveo del corso d’acqua; le acque del fosso, in alcuni punti, vengono derivate con piccole traverse fatiscenti, e usate per irrigare gli orti; anche in questo caso, l’impermeabilizzazione del bacino ha ridotto gli apporti idrici naturali che alimentavano le sorgenti.
Tenendo conto di tali differenze si ritiene necessario differenziare anche i possibili interventi, da prevedere nello schema di assetto futuro dell’area.
Il bacino del Fosso Polledrara, che è quello meno interessato da fenomeni di impatto ambientale, è quello potenzialmente maggiormente vocato a evolvere verso condizioni naturali. La verifica del funzionamento idraulico del sottobacino, l’interruzione delle pratiche agricole e del pascolo, alcuni piccoli interventi di ristrutturazione dell’alveo, dove necessario, e di controllo delle infestanti, potrebbero favorire la ricostituzione di una ambiente pressoché naturale. Per questo, su questo bacino non si prevedono interventi significativi sul sistema idrico, ma solo ciò che sarà necessario per permettere la ricolonizzazione spontanea della vegetazione naturale sulla piana alluvionale.
- Il Fosso del Marmo Nuovo è quello che potrà richiedere gli interventi più cospicui: vanno affrontati problemi di qualità delle acque, di portata (attualmente il corso d’acqua è alimentato da scarichi, il cui eventuale colletta mento provocherebbe una pressoché totale mancanza di portata in alveo), di morfologia dell’alveo, di mancanza di vegetazione riparia. D’altra parte le dimensioni della piana alluvionale sono tali da risultare estremamente interessanti per favorire la creazione di boschi seminaturali a rapido accrescimento per la produzione di legno da utilizzare per la generazione di calore. Fatta salva la necessità di raggiungere, in fasi progettuali più avanzate, un maggior dettaglio analitico, si potrà ipotizzare un assetto potenziale ideale come concepito e  realizzato nel 1995 su un affluente del Tamigi ad Est di Londra.
Sul bacino del Fosso delle Campanelle, l’intervento di riqualificazione del sistema delle acque dovrebbe essere integrato con gli interventi di recupero dei contesti degli insediamenti agricoli non autorizzati, in particolare la riorganizzazione degli orti spontanei. A tal fine, dopo la canalizzazione  prevista dalla Provincia di Roma per il recupero morfologico e vegetativo del corso d’acqua, è necessario dare priorità assoluta al tema dell’affinamento della depurazione delle acque e al riutilizzo agricolo. Ė fondamentale, a tale proposito, oltre ad eventualmente ricollocazione dell’area dedicata agli orti urbani, andranno definiti gli effettivi bisogni irrigui degli stessi orti urbani.